Questi termini sono entrambi non riconosciuti e non riconducibili ad alcuna certificazione, pertanto non hanno un significato, ma introducono una riflessione che invece è chiara nella sua semplicità e comprensibile da tutti.
In termini di legge non esistono vini biologici ma bensì esistono e sono certificati i vini ottenuti da uve biologiche, quindi da uve che sono state coltivate senza l’uso di diserbanti, pesticidi, fungicidi, trattamenti sistemici, prodotti antimuffa e antibotritici vari, fertilizzanti non organici, prodotti chimici in genere e di varia natura consentiti etc… Le uve biologiche vengono coltivate con il solo utilizzo di concimi organici e trattate solamente con rame, zolfo e prodotti di origine organica consentiti.
Precisiamo allora che il termine biologico utilizzato nella tematica “vino” può e deve riguardare solamente l’origine biologica dell’uva utilizzata, quindi l’uso del concetto di “biologico” nel contesto vino è in parte scorrettto e fuorviante, perchè la certificazione è sull’uva e non sul vino. Il vino biologico non esiste, esiste l’uva biologica per fare il vino!!!
Mentre invece esiste il vino naturale, ma per spiegarlo bisogna fare una precisazione importantissima, ossia dividere la storia di ogni vino in due fasi: la prima riguarda ciò che succede in vigna, la seconda riguarda cio che succede in cantina. Le differenze in vigna sono principalmente quelle sull’utilizzo dei prodotti che abbiamo citato qua sopra parlando di uva bio e uva chimica, mentre quelle in cantina sono principalmente le seguenti:
Quando l’uva arriva in cantina (che sia biologica o chimica) se seguiamo il procedimento non naturale, come avviene per circa il 98% del vino di qualità medio alta, l’enologo fa aggiungere lieviti (dai 10 ai 20 g x hl), enzimi, batteri o comunque sostanze che aiutano i lieviti a lavorare (e siamo ai primi 2 giorni!!!). Poi sul vino verrà corretto e stabilizzato il colore con l’aggiunta di tannini, l’ utilizzo di gomma arabica etc.., verrà corretta l’acidita sempre con l’uso di additivi, verranno fatte chiarifiche e filtrature e altre aggiunte o operazioni di carattere enologico; poi in quelli di alta qualità viene anche svolto un lavoro sui sapori e aromi utilizzando botti di legni particolari per l’invecchiamento, o l’aggiunta di trucioli o stick di legno immersi nel vino per periodi di varia durata prima dell’imbottigliamento. Inoltre l’utilizzo di anidride solforosa (i famosi solfiti) e il residuo che resta nel vino sono abbondanti e con limiti di mg/hl molto alti.
Invece se in cantina si utilizza il procedimento naturale, come è per circa il 2% del vino di qualità medio alta, non si usa nessun tipo di additivo ne chimico ne organico, apparte la possibilità di un facolativo, limitatissimo, controllato e dichiarato uso di anidride solforosa o MBK (i famosi solfiti anche qua?!?!) e di albume d’uova biologche per la chiarifica. Le filtrature, anch’esse facoltative, sono leggere e comunque dichiarate. Se in cantina arriviamo con uve biologiche e seguiamo questo metodo naturale otteniamo il famoso e discusso VINO NATURALE, altrimenti, come diciamo noi produttori “di parte”, il vino sarà chimico, buono, caro e famoso quanto volete ma CHIMICO, anche se ottenuto da uva biolociga!!!
E pensate che siamo stati buonissimi sulle differenze perchè ce ne sarebbe da dire tante, ma chi è curioso verrà accontentato quando vuole, benvengano anche le domande degli amici enologi, sommelier e intenditoroni vari che molti dicono di essere o almeno conoscere!!!
Condivido… e anche se non miace…Vogliamo l’etichettona…
http://simodivino.blogspot.it/2012/02/vuoi-sapere-cosa-bevi-su-la-mano-per.html
Buoni consigli! È spiegato molto bene come scegliere un buon vino.